L’apertura del teatro comunale di Vibo Valentia, dopo tanti anni e lunghe attese, è la notizia più bella che bisogna custodire. Un primo, importante passo che deve aiutare tutti noi vibonesi ad abituarci ad una dimensione diversa di città, a cominciare dalla fruizione di momenti culturali che ognuno deve sentire come propri. Da questo momento in avanti bisogna guardare al futuro con rinnovato spirito e nella consapevolezza che l’unico interesse dell’amministrazione comunale è garantire alla cittadinanza tutta la possibilità di accedere ad ogni forma di evento, manifestazione o spettacolo.
Purtroppo in questi giorni ho letto un po’ di tutto, tante polemiche, molte delle quali pretestuose e cariche di ipocrisia, mirate solo a colpire l’avversario politico senza preoccuparsi di accertare come siano andati realmente i fatti. È per questo motivo che intendo fare alcune precisazioni, per dovere di trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini vibonesi.
Ecco come sono andati i fatti.
Venerdì 9 febbraio siamo stati messi nelle condizioni di poter decidere la realizzazione dello spettacolo. A strettissimo giro, il giorno seguente, tenuto conto della data del 14 febbraio con gli artisti Ale&Franz, abbiamo deciso di consentire la prenotazione del posto a sedere con l’aiuto dei volontari della Proloco non essendoci i tempi tecnici per una vendita online. Abbiamo pensato che la soluzione migliore fosse quella di consentire una prenotazione – non una prevendita – del posto e di consentire un massimo di quattro posti per ogni persona stante il prevedibile grande afflusso, e poi successivamente procedere all’acquisto. Era davvero impensabile che tutto ciò potesse avvenire senza creare disagi.
Non appena compreso che vi sarebbe stato il sold out per l’evento delle 21, mi sono prontamente attivata con l’organizzazione per ottenere un secondo spettacolo. E qui vorrei aprire una parentesi: è solo grazie agli ottimi rapporti che questo Comune ha instaurato da mesi con la direzione del Parioli che è stato possibile ottenere per Vibo Valentia una rassegna gratuita di quattro spettacoli con artisti di livello nazionale; ed è stato solo grazie a questi rapporti, che il Comune di Vibo Valentia ha potuto stabilire prezzi dei biglietti contenuti, da appena 10 euro a 30 euro.
È per questa ragione che provo non poco rammarico nel leggere accuse, critiche e commenti, e addirittura sospetti sulla gestione trasparente degli incassi. Giova evidentemente ricordare come il tagliando emesso costituisce un vero e proprio scontrino fiscale, sul quale sono riportati i codici fiscali dell’emittente, Vivaticket, e del beneficiario, ovvero il teatro Parioli.
Altro capitolo i posti riservati: è assolutamente doveroso che per una Prima così importante un’amministrazione riservi dei posti, gratuitamente, per le autorità: ebbene, questi posti sono stati 26. Altrettanti posti, ma paganti e con la possibilità per ognuno di acquistare i quattro ticket, sono stati riservati per rappresentanti istituzionali o per figure che hanno avuto un ruolo importante nella realizzazione dell’opera, come gesto di garbo e cortesia; purtroppo, anche su questo, l’ipocrisia l’ha fatta da padrona in alcuni commenti che, debbo confessare, ho letto con amarezza specie considerandone la provenienza. Quanto alla vendita, i paganti sono stati 400 alle 18 e 393 alle 21, questo perché si è deciso di non mettere in vendita tutti i posti per l’intera capienza del teatro, al fine di garantire al massimo la visibilità e il confort, oltre che destinare alcuni posti per la stampa e i fotografi, i tecnici, e soprattutto per fare in modo che la Prima fosse impeccabile – come effettivamente è stato – anche da questo punto di vista.
Sull’Associazione dell’Orchestra indiscusso patrimonio della città, duole davvero considerare che venga strumentalmente utilizzata ancora una volta per innescare polemiche, dispiace avere letto tante inesattezze. Va invece ancora una volta ricordato e rimarcato che in tutte le città che hanno un’orchestra ICO e un Teatro, il sindaco protempore è anche presidente protempore dell’Associazione dell’Orchestra e ciò accade a Milano con la Scala, a Roma con il Teatro dell’Opera, a Bari con il Petruzzelli e ancora a Palermo, a Bolzano e così via. E va detto orgogliosamente e con fierezza che è solo grazie allo straordinario e costante impegno profuso da questa amministrazione che è stato possibile costituire e avere contemporaneamente entrambe le realtà, il Teatro e l’Orchestra ICO, tutto ben lontano da ogni ipotesi di conflitto di interesse.
Si è poi voluto far passare il messaggio che il Comune abbia “regalato” 4.500 euro, come se l’organizzazione, la conduzione, la forza lavoro che sta dietro ad un evento di tale portata, fossero cose che si fanno senza esborsi e magari con la bacchetta magica di mago Zurlì. Difatti, senza voler contabilizzare i costi per le maschere, gli addetti alla biglietteria e guardaroba, il servizio di facchinaggio, l’ufficio di produzione, i macchinisti, tutte figure essenziali per lo svolgimento di uno spettacolo, va considerato che è stato necessario noleggiare anche il service audio-luci in quanto il teatro ne è sprovvisto così come è stato necessario provvedere al falegname per l’allestimento del guardaroba, anch’esso mancante. E se tutto ciò è stato possibile ottenere con sole 4.500 euro è stato grazie all’entusiasmo che si è creato e che ha visto un nuvolo di volontari avvicendarsi, aiutarsi, darsi consigli, lavorare come operose formichine pur di vedere la realizzazione di quello che in città si aspettava da trent’anni. E qui è doveroso fare alcuni ringraziamenti: in primis a tutta la cittadinanza che ha risposto presente ad un evento storico, accogliendolo con lo spirito della bellezza e dell’entusiasmo. Poi alla generosità di chi ha garantito la realizzazione e il corretto andamento della manifestazione: a cominciare dai volontari – e ribadisco volontari – della Pro loco; ai ragazzi dell’Orchestra Sinfonica della Calabria, alla CRI, a tutte le associazioni di volontariato che hanno presenziato anche per garantire la sicurezza ed il pronto intervento, alla Polizia municipale ed alle forze dell’ordine, ai progetti PCTO. E soprattutto, mi sia consentito, all’assessore alla Cultura Giusi Fanelli, che ha lavorato giorno e notte, e che gode di tutta la mia fiducia.
E tuttavia, ricordato che storicamente le stagioni teatrali sono sempre state sostenute economicamente dal Comune, a fronte delle gratuite polemiche mi pongo alcune domande. Ci si rende conto della rilevanza nazionale dello spettacolo? Del successo che ha avuto? Di cosa significhi per la città la collaborazione con il Teatro Parioli? Della direzione artistica di Angela Finocchiaro e tanti, tanti altri progetti per la prossima stagione?
O forse la colpa più grande di questa amministrazione è quella di credere e investire nella cultura?
A fronte di tutto ciò, e malgrado tutto ciò, sono convinta che la città abbia apprezzato l’apertura di una struttura così importante, ed universalmente riconosciuta come tale, che non appartiene a questa o quella parte politica, l’ho sempre detto e lo ripeto, ma è patrimonio di tutti.
Maria Limardo
Sindaco di Vibo Valentia