Cultura

Tropea. La prima edizione di MATRIARCHY appassiona e anima il dibattito

É stato gratificato dal successo il primo incontro del nuovo progetto di sos KORAI, ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO per i Diritti delle Donne. L’evento, condotto dal Socio del sodalizio, Avv. Francesco Pontoriero, nonostante la delicatezza del tema, che spesso provoca imbarazzo e rimane drammaticamente attuale, é stato apprezzato dai presenti  che hanno partecipato attivamente ai lavori svoltisi nella Sala Print Academy della Romano Arti Grafiche. Partendo dalla Legge Merlin che, nel 1958, tra tantissime polemiche, decretò la chiusura delle case di tolleranza, si è ripercorsa la storia della prostituzione e del travagliato iter legislativo che portò alla promulgazione del provvedimento. Si é reso omaggio alla Senatrice socialista, tra le 21 Madri Costituenti,  e si è giunti fino all’oggi con le forme attuali del meretricio, sia nella dimensione del virtuale, attraverso la rete, che in quella reale, fino alla tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale con la toccante vicenda di Mirka, nata in Albania, venduta a 14 anni, sferzata a colpi di cinghia per essere addomesticata col dolore, salvata dai Carabinieri e riportata alla dignità della vita dalle operatrici anti tratta. I vissuti di sofferenza che, nella stragrande maggioranza dei casi, accompagnano la prostituzione, riguardante soprattutto le donne, hanno emozionato profondamente i presenti e il dibattito, seguito alle relazioni introduttive proposte da tre soci del sodalizio organizzatore: Salvatore Rizzo/Prof di Storia e Filosofia, Beatrice Lento/Psicologa e Luigia Barone/ Esperta di Violenza di Genere é stato molto partecipato e sofferto. Tante le considerazioni emerse che, ancor oggi, rappresentano sfide aperte. La prostituzione, vista dalla parte dell’offerta, continua a rappresentare, per molte donne, soprattutto migranti, uno strumento di emancipazione dalla miseria, per sé e i familiari,  perché le donne nel mondo sono ancora soggette a violenza fisica, sopraffazione, scarso accesso all’istruzione e al mercato del lavoro. Vista dalla parte della domanda ha spesso una motivazione nella solitudine, nell’incapacità di rapportarsi all’altro sesso e nella difficoltà ad accettare l’emancipazione femminile. Dal dibattito é emersa la doppia morale che riversa sulle donne che si prostituiscono ogni riprovazione: sono loro il male, il cattivo costume, il perduto decoro  mentre l’uomo cacciatore è visto come vittima di un richiamo irresistibile ed anche le organizzazioni criminali che lucrano passano in secondo piano, la Chiesa Cattolica, invece, evidenzia che ad essere offesa é la dignità sia di chi si prostituisce che di chi ricorre alla prostituzione, che il meretricio é una piaga sociale e che la miseria, il ricatto e la pressione sociale possano attenuare la colpa di chi vende il proprio corpo. Ad essere rimarcata anche la perniciosità del web, in alcuni casi sofisticata casa di tolleranza, dove anche giovanissimi di entrambi i sessi vendono il corpo virtualmente e cadono nello sfruttamento da parte di chi gestisce le piattaforme. Si è discusso sui modelli legislativi presenti nei vari Paesi europei  e si è evidenziato il rischio insito nel trattare la prostituzione come un lavoro, con tanto di ricevute fiscali, perché dare copertura legale renderebbe ancora più difficile la lotta allo sfruttamento. Tra i messaggi più importanti emersi nell’incontro il valore del corpo che, ieri come oggi, non viene valorizzato ma, al contrario, offerto, venduto, capitalizzato, comprato e che non riguarda solo la sfera della sessualità ma anche il mercato degli organi, del sangue, dell’utero e la riduzione dell’essere umano in merce. É importante porre in primo piano la tutela dei diritti umani, dei valori culturali, morali, educativi, etici e la dignità della persona. Abbassare la guardia sul fronte legislativo é pericoloso perché oggi ci sono trafficanti di esseri umani che agiscono con tecniche sofisticate cercando persone fragili, non bastano, però, le misure repressive e di controllo e il piano privilegiato rimane l’educazione, la protezione sociale, la promozione delle Pari Opportunità. Gli ambiti strategici d’intervento sono la famiglia, la scuola e tutti i settori che hanno responsabilità educative.  É necessario proseguire la lotta al patriarcato non per sostituirlo col dominio delle donne ma con un modello relazionale tra i generi che sia simmetrico  e si basi sul rispetto reciproco. Oggi vince l’ordine simbolico del padre, quello che vediamo esibito dai potenti della terra ma é l’ordine simbolico della madre a parlare di accoglienza, di empatia, di cura e di solidarietà e a delineare un modello alternativo di convivenza in cui ha cittadinanza l’effettiva parità tra i generi, la pace e il rispetto reciproco.  La conclusione del dibattito é stata accompagnata  dalla comunicazione di un’iniziativa di sos KORAI che va nella direzione indicata come risolutiva e cioè l’investimento nella cultura e nell’educazione: la pubblicazione degli atti dell’incontro darà vita al primo Quaderno di MATRIARCHY da donare, grazie alla collaborazione dell’Istituto Superiore di Tropea, diretto dal Prof Nicolantonio Cutuli, a tutti gli Studenti dell’ultimo anno di corso, in occasione del 25 Novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
La Presidente di sos KORAI
Organizzazione Di Volontariato per i diritti delle Donne
Dott.ssa Beatrice Lento

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